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  • In 4° grande; due tomi: (4), XXVIII, 387, (1) pp. e 3 grandi c. di tav. fuori teso più volte ripiegate e XVI, 288 pp. e 4 grandi c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Belle legature della prima metà del XX° secolo in mezza pelle verde con titolo impresso in oro al dorso e piatti foderati con carta a motivi floreali blu e rossi. Qualche lieve strofinatura ai dorsi. All'interno esemplare stampato su carta forte, in barbe ad ampi margini ed in ottime condizioni di conservazione. Le bellissime e grandi tavole fuori testo sono realizzate dal noto disegnatore Giuseppe Lanfranchi e dall'incisore Faustino Anderloni. Bellissima la grande tavola con l'illustrazione di una Digitalis Purpurea (Digitale Epiglottide) pianta erbacea della famiglia delle Scrophulariaceae, utilizzata nei casi di scompenso cardiaco e che Brera fu il primo ad importare ed utilizzare in Italia. Prima rara edizione di questo celebre trattato del grande medico e patologo patavino, Luigi Valeriano Brera. L'opera oltre ad illustrare le teorie medico-scientifiche di Brera attraverso la descrizione di vari casi seguiti personalmente dall'autore nel territorio di Pavia, contiene numerosissime ricette farmaceutiche e di erboristeria. L'autore, laureatosi all'Università di Pavia nel 1793, si perfezionò in alcuni dei maggiori centri medici europei (Vienna; Lipsia; Londra), dove ebbe contatto con illustri Maestri come il Blumenbach, l'Osiander, il Monro. Tornato in Lombardia, fu professore supplente della cattedra di clinica medica dell'Università di Pavia nel 1797-1798 e, successivamente, primario medico negli ospedali di Pavia e di Crema. Nel 1806 fu nominato professore di medicina legale nell'Università di Bologna, dove creò il gabinetto di patologia e medicina legale. Nel 1808, dopo aver rifiutato l'offerta del Collegio Imperiale di Pietroburgo di succedere al J.P. Frank nella cattedra di clinica medica di quell'ateneo, divenne direttore della cattedra di Clinica e Patologia Medica dell'Università di Padova, succedendo a Pierantonio Bondioli. Mantenne questo incarico fino al 1832 e fu anche direttore, dal 1817 al 1822, dell'Ospedale di Padova. Il Brera è stato uno dei maggiori clinici italiani del primo '800, seguace del brownianesimo in patologia e in clinica. Clinico famoso, abile e ricercato, fu anche un acuto e geniale ricercatore scientifico, effettuando importanti studi sulle parassitosi da elminti. Diffuse l'uso dello jodio in terapia e introdusse l'uso di somministrare alcuni medicamenti sotto forma di frizioni. Dal 1808 fu socio dell'Accademia Nazionale delle Scienze e delle maggiori accademie scientifiche dell'epoca. Ottimo esemplare in prima edizione di opera non comune.